Una notte per la ricerca

Eventi, spettacoli, esperimenti, conferenze, mostre, visite guidate e laboratori aperti in compagnia dei ricercatori, altra classe “intellettuale” bistrattata dal governo Berlusconi e dal Ministro Gelmini.

Tutto questo nella stessa notte. In Italia e in Europa. Per riprendersi lo spazio della cultura, e per dimostrare alla gente comune quali ricadute abbia “la buona ricerca” sulla società e sulla qualità della vita!

AudioCoop Piemonte e Toast Records in questo vortice internazionale animeranno con buona musica indipendente, la torinese P.zza Castello. Venerdì 24 settembre dalle ore 21.30 alle 23.30.

Apriranno i MAC, autori del singolo Il mondo che non c’è”(Feat Righeira) e vincitori della seconda edizione del “Premio AudioCoop Piemonte e Valled’Aosta” per il Miscela Festival. A seguire, SUBA’ (presto su iTunes con l’album Euralia). Una notte dal mix esplosivo, funky rappato e pop’n’roll veramente intrigante.

La Notte dei Ricercatori è promossa dalla Commissione Europea nell’ambito dell’iniziativa Researchers in Europe.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti sul tema

http://ec.europa.eu/research/researchersnight
http://www.nottedeiricercatori.it/

www.audiocoop.it
www.toastit.com
www.myspace.com/audiocoopiemonte

Un mistero tira l’altro

Tira una strana aria in questo pezzo di terra calabrese. Il mistero e la “magarìa” l’avvolge, raccogliendo attorno un alone di fatti antichi, di inquietudini che si perdono nel tempo. Arroccato sull’azzurro del mare, Pizzo Calabro, che un tempo era detto “Napitia”, lancia messaggi sinistri su una storia che ci appartiene, sia per modalità sia per carattere antropologico. E’ la Pasqua in bianco e nero di un lontano 1953; gli echi della guerra sono ancora vivi, e così i ricordi della miseria, della resistenza, delle vicissitudini, dei bagliori orrendi dei cannoni alleati in seguito all’operazione Baytown.

E’ tutto un thriller questo secondo romanzo di Saro Ingenuo. La suspense ha il sapore dolce, mentre fanno trattenere i sensi queste pagine dai caratteri incalzanti e dalla scrittura ricca. Senza insenature, senza tregua, Malapasqua del commediografo Saro Ingenuo, edito Iride gruppo Rubbettino (Soveria Mannelli, pagg. 252, euro 15,00), si snoda in modo lento, ma pieno. Il racconto tradotto in un dialetto pugnace e singolare, che rivela la conoscenza diretta della tradizione linguistica calabrese, assomiglia molto di più ad una pellicola cinematografica che ad una semplice storia d’inchiostro. Probabilmente la carica imposta da Saro Ingenuo, originario di Pizzo Calabro, risale alla sua esperienza di autore di commedie in italiano e in vernacolo.

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Ritorna l’autunno caldo

Si prospetta un “autunno caldo” per gli insegnanti precari calabresi, e in particolare reggini. Le temperature salgono, e non solo per l’ultimo colpo di coda di un’estate morente, bensì per la tensione che attanaglia il Paese, e che nessuno sembra voglia riconoscere.

Appuntamenti fissi di protesta, dunque, per il Comitato precari Reggio Calabria, sostenuto attualmente dall’Unione Sindacale di Base (Usb/Rdb), che intendono sensibilizzare quante più scuole possibili sul territorio della provincia di Reggio. Sabato 18 settembre un altro blocco li ha visti impegnati presso la scuola Liceo Scientifico “Alessandro Volta”, insieme all’Unione degli Studenti e al Collettivo UniRc. Un sit – in dal tema “Gioventù bruciata”, per mettere al corrente i giovanissimi e le famiglie sulla politica dei tagli perpetrata dall’efferato connubio Tremonti – Gelmini. Un’azione, secondo i precari reggini, per far si che la protesta non rappresenti solo una rivendicazione del posto di lavoro, ma un’occasione di condivisione per mettere al centro i problemi della scuola e della società intera, compresi il diritto allo studio e al lavoro.

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L’intuizione di Giorgio Galli: Reggio non coerente

Continuano le celebrazioni per i quarant’anni della rivolta di Reggio Calabria. A Palazzo San Giorgio (sede Comune di Reggio Calabria), una conferenza per ricordare alcuni aspetti della “esasperazione dei reggini”, anche attraverso la testimonianza di un eminente storico e politologo milanese. Giorgio Galli, infatti, nella sua ultima pubblicazione Storia del pensiero politico occidentale (408 pagine, euro 20 edito Baldini Castoldi Dalai) dedica un intero capitolo ai “fatti di Reggio”, portando avanti una tesi che identifica anche una fase felice della storia della destra italiana. «Ma la rivolta del 1970, fece molto di più», secondo Giorgio Galli, giunto di gran carriera dal capoluogo lombardo.

All’incontro che riprende il tema “Reggio e la libertà”, hanno preso parte, anche Renato Meduri, vicepresidente del Comitato 40° Rivolta, gli storici Franco Arillotta e Pasquale Amato; assenti Bruno Tucci, presidente dell’ordine dei giornalisti del Lazio e il giornalista Mimmo Raffa, che avrebbe dovuto coordinare l’evento. Saluto e cerimonia di consegna affidata all’istituzione comunale, il consigliere Peppe Agliano e il sindaco Giuseppe Raffa il quale, reduce dalla recente crisi comunale, ha ribadito che «ricordare, è l’opportunità di riflettere sui percorsi sociali, che sta portando avanti la nostra città. La rivolta del ’70 fu un segno del popolo alimentato da quel sentimento di indignazione, lontano dal sentire delle società odierne; a noi, evidentemente, tocca di lavorare per stimolare la società per il bene comune». A ricevere la targa, la vedova Campanella e Carmine Jaconis, in ricordo di due “martiri” della rivolta, morti entrambi il 17 settembre ad un solo anno di distanza.

Riflessione dunque, sulla libertà e sul concetto di giustizia, e soprattutto sul modo di intendere una rivolta che la storiografia italiana tradizionale ha preferito mettere da parte. La lettura di Giorgio Galli si affaccia su scenari di cambiamento nazionale.

 «La rivolta di Reggio – spiega – ha segnato la storia italiana almeno fino alla vigilia dell’omicidio Moro. Ciò che sorprende è la scarsa attenzione a livello nazionale; le elezioni regionali del 1970 avevano consolidato una larga maggioranza di governo. Invece, proprio da Reggio che si vede privata di un diritto acquisito, il capoluogo, si apre il fronte della tensione e della destabilizzazione della politica italiana. I fatti di Reggio sono il risvolto di un sistema in crisi, ma fu soprattutto la destra a scorgere l’ingiustizia subita, (rispetto ad un governo regionale di centro sinistra) alimentando così le file del Movimento Sociale Italiano; mentre la rivolta influenzerà il governo nazionale che non sarà più di centrosinistra, ma centrista».

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Cinque volte “Pentedattilo Film Festival”

Torna a scaldarci il cuore, il Pentedattilo Film Festival.

Per la V edizione del concorso internazionale di cortometraggi , che prende l’avvio stasera e si concluderà sabato 19 settembre, nell’antico borgo in provincia di Reggio Calabria, sono arrivate più di 600 produzioni da tutti i continenti e ne sono state selezionate 150 fra le sezioni competitive Territorio in movimento, Corto Donna, Corto Giovani, Documentari, e quelle fuori concorso Animazione, Sperimentale, Corto Notte.

Molti cortometraggi in concorso sono stati finalisti e vincitori negli ultimi due anni dei maggiori festival cinematografici internazionali come Berlino, Cannes, Torino, Locarno, Venezia,  Palm Springs, soltanto per citarne alcuni. Altri, realizzati da giovani filmakers, fanno dell’originalità e della freschezza il loro punto di forza.

Grande attesa e curiosità per i  lavori provenienti da Iran, Cina e Corea. E se il protagonista principale rimane il cortometraggio, la cornice espressiva di altre forme d’arte mette insieme un evento davvero trascinante: l’apertura del festival, sarà arricchita dal concerto del Parto delle Nuvole Pesanti, gruppo di spicco nel panorama della musica d’autore, che ha scelto proprio Pentedattilo come location per presentare l’ultimo videoclip. Il territorio, inoltre, ospiterà delle mostre dedicate all’immigrazione, ai “fatti di Rosarno”, ma anche ai centri d’accoglienza di Torino. Un rinnovato rapporto con il territorio, quindi, che valorizza e rende vivo un pezzo di territorio calabrese, che fino a qualche anno fa era considerato un borgo fantasma.

All’interno del Pentedattilo Film Festival, riconosciuto come innovativo contenitore a pieno titolo tra i rinomati festival mondiali del cinema breve, il pubblico potrà assistere alla proiezione di cortometraggi sostenuti da produzioni importanti, ma anche vedere corti realizzati a basso budget, come per esempio, una singolare produzione cinese, che non supera i 50 dollari.

Le proiezioni dei lavori, sia quelli in concorso sia quelli fuori concorso, saranno a ciclo continuo e si svolgeranno nelle caratteristiche “casette” del borgo antico. Si alterneranno a seminari, dibattiti, anteprime, incontri con attori e ospiti di prestigio, retrospettive e mostre. Il Pentedattilo Film Festival raggiunge così, la nomea di “punto di riferimento” per un crescente bacino di pubblico italiano ed europeo. La manifestazione è stata anche finalista agli All Festival Awards 2009 e fa parte del progetto dell’Unione Europea Gioventù in Azione, che riconosce e valorizza i maggiori festival giovani europei e che si concluderà con una mostra proprio a Pentedattilo.

Di seguito il programma ufficiale.

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Sibari, mito o verità ?

Cielo e terra e civiltà e bestie ed etnie, si incontrano come discesi dall’Olimpo. Ma allo stesso tempo come se un mito malevolo perseguitasse questo lembo di terra: Sibari. Magna Grecia, ma anche Calabria, rude, aspra, oggi arretrata e ieri “giardino degli dei” e luogo d’incontro tra Oriente e Occidente. Luogo che solo il glorioso passato affranca. Eppure Sibari si continua a portare dietro la nomea di città oziosa, pingue, piena di vizi e dedita ai piaceri.

“Sibari. Storia mitica e miti storici” di Giovanni Sole (Rubbettino editore, euro 18,00), non narra solo la storia verosimile di Sibari, ma fa un’attenta disamina della storiografia antica, ovvero della metodologia adottata dagli storici del tempo, i quali, evidentemente diedero molto più adito all’oralità delle tradizioni o alla leggenda o al racconto sparso dei testimoni, che all’indagine verace delle fonti. Il loro, secondo Giovanni Sole, è un narrare i fatti in modo disinvolto, modelli che generano fantasmi e favole, e immaginarie proiezioni dell’antichità. La nomea che Sibari ha acquistato nei secoli e che continua a mantenere, è un esempio perfetto di come la verità storica possa essere manovrata, a seconda delle tesi sostenute dagli storici o anche solo a ragione di una lettura più piacevole.

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Gli insegnanti calabresi pretendono risposte!

L’allarme precari arriva fin sotto il Consiglio regionale della Calabria. La protesta degli insegnanti calabresi, e reggini in particolare (Comitato Precari Rc), infatti, si è ora spostata a Palazzo Campanella (Reggio Calabria) dove i rappresentanti dei sindacati di base (Usb/Rdb scuola) si sono incontrati con il governatore Giuseppe Scopelliti. Barbara Battisti dell’esecutivo nazionale Usb, arrivata da Roma, e una delegazione di lavoratori in rappresentanza di tutte le categorie della scuola, hanno discusso col presidente Scopelliti e con l’assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri. Diversi i punti su cui siglare un accordo, anzi una vera e propria nota scritta, che impegna la Regione nei confronti dei precari e di eventuali promesse fatte. Lo pretende la stessa Barbara Battisti, che alla Regione Calabria contesta la firma sui 7 milioni di euro per i progetti Regione/scuola, «che però non possono sostituire lo stipendio degli insegnanti – spiega un precario – né la missione dell’insegnamento»; e i 100 milioni di euro, fondi europei, che invece, ogni anno vengono concessi alla Regione per la scuola. «Che fine fanno? Come vengono spesi? Qual è il piano regionale sui progetti?».

Questi ed altri i quesiti della Battisti, che non ci sta a vedere ridotta «la più grande industria di cervelli calabresi», cioè la scuola, in un colabrodo. «Se passa il piano federalista, la Calabria subirà altri 1.700 tagli sugli insegnanti, oltre ai 5.500 tagli già effettuati in questa sola Regione. Dal 2006 al 2007, i fondi per la scuola calabrese sono stati ridotti di 124 milioni di euro. Quanto prevede di spendere Scopelliti ? Qual è il futuro della Regione Calabria ?».

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Invasione sullo Stretto

Continua la protesta furiosa dei precari calabresi (nella foto scattata da Adriana Sapone), che non si vogliono arrendere alla scure dei tagli. Una battaglia portata avanti con durezza contro la riforma Gelmini, che di concerto con i ministri Tremonti e Brunetta, sta affossando la scuola italiana e l’intera amministrazione pubblica.

Le proteste si svolgono indistintamente su tutto il territorio nazionale, ma ad essere maggiormente colpito è il Mezzogiorno d’Italia. La Calabria in particolare sembra non piacere al ministro Brunetta, che la ritiene un peso per il Paese. Glissiamo sul vergognoso intervento di un “ministro della Repubblica Italiana”, le cui affermazioni avrebbero dovuto scatenare quantomeno l’intervento del Capo dello Stato; e invece, nulla, tutto tace sulle offese ai dignitosi cittadini e lavoratori onesti che vivono in Calabria, terra dalle bellezze straordinarie e dai trascorsi gloriosi. Per questo motivo, ma non solo, i lavoratori della cultura, tanto a Reggio Calabria quanto a Messina hanno mandato in tilt lo Stretto. Una domenica di fine estate bollente, che ha messo a disagio i trasporti e ha bloccato il traffico di automobili e navi tra Reggio Calabria e Messina. «Un chiaro segnale, un messaggio forte alle classi dirigenti calabresi e al governo». Così sostengono i sindacati di base (Usb, Rdb) intervenuti alla manifestazione. Presenti anche i Cobas scuola, Flc Cigl, Arci, il Collettivo Unirc, il movimento No Ponte.

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Mobilitazione precari: Reggio in prima fila

Per salvare la scuola e difendere i posti di lavoro, grande iniziativa dei precari della scuola organizzata per il giorno 12 settembre 2010 nelle due città dello Stretto.

I precari si daranno appuntamento contemporaneamente a VILLA S.G. (Piazza Stazione FS) e MESSINA (Piazza Cairoli) alle ore 10.00, per ribadire NO ai tagli alla scuola pubblica e NO al licenziamento di massa di lavoratori precari della cultura.

“Anche quest’anno assisteremo in Italia al licenziamento di 46.000 precari della scuola tra docenti, personale ATA e lavoratori co.co.co. a causa delle riforme dei ministri Tremonti – Brunetta – Gelmini, che stanno producendo la distruzione della scuola pubblica, impedendo il diritto allo studio e al lavoro, impoverendo di risorse occupazionali il Sud e bloccando i processi di migrazione di precari, che ogni anno sono costretti a spostarsi verso le città del Nord in cerca di lavoro.

Facciamo appello a tutti i docenti e Ata, precari e di ruolo, lavoratori, genitori, studenti , cittadini comuni, forze politiche e associazioni ad unirsi, e partecipare alla manifestazione per sostenere i precari della scuola e il diritto all’istruzione per tutti e non per pochi”.

ISTRUZIONE E LAVORO queste le priorità per un paese moderno! Diversamente il problema sarà di tutta la società.